Avventure di un vincolo storico-artistico
Un vivo ringraziamento va a tutti coloro che hanno reso possibile la stesura di questa pubblicazione, con una costante attenzione alla tutela del paesaggio culturale. Si ringraziano la famiglia di Massimo Carrà per la preziosa collaborazione scientifica, il Prof.Luigi Ficacci per l’opera svolta per la realizzazione del vincolo e con lui un ringraziamento particolare va all’Arch. Glauco Borella. Resta nella memoria il ricordo di Massimo Carrà, illustre storico dell’arte e amico indimenticabile. Un lavoro prezioso è rappresentato dalla documentazione fotografica realizzata in molti anni da Fabbroni e da Lenzoni. La pubblicazione è corredata dalle testimonianze di studiosi che riconoscono nella Versilia storica uno straordinario valore culturale e artistico. Un particolare ringraziamento va al Prof. Roberto Cecchi e alla Dott.ssa Cristina Acidini che operano con profonda dedizione per la tutela dell’arte e del paesaggio. Maria Adriana Giusti è stata l’anima di questi anni di intenso lavoro e, oltre a un grazie profondamente sentito, a lei va l’augurio di opere future sempre di grande interesse sociale e culturale.
VINCOLO SI….VINCOLO NO…VINCOLO PER SEMPRE
1987 – 2008: anni di battaglie, di vittorie, di sconfitte… e poi ancora di vittorie. È logico domandarsi se valesse la pena lottare per 21 anni. Penso di sì e penso anche che non finisca qui la lotta per la conservazione di un paesaggio culturale. Ho visto in questi anni fare i progetti più strani per il Fiumetto. Tutti miravano a qualcosa, ma nessuno mirava alla cosa più semplice: mantenere inalterato un paesaggio eccezionale, per il semplice fatto che Carlo Carrà, uno massimi pittori del Novecento italiano, si era soffermato sui ponti per dipingere le sponde, i riflessi dell’acqua e il paesaggio, creando decine di dipinti mirabili. Il ricordo del quadro dipinto dal ponte di Via Leonardo da Vinci è ancora vivo nel mio cuore di bambina che a Forte dei Marmi, in Via Leonardo da Vinci, è quasi nata. Per quel ricordo, per l’emozione di aver visto il grande pittore, con la sua tavolozza semplice e perfetta, creare un capolavoro, ho lottato, perché altri artisti potessero, come lui, ripetere la grande avventura dell’arte. Nella nostra società tutti abbiamo bisogno della luce e della poesia che sono la naturale conseguenza dell’arte. Il mio ringraziamento va a coloro che hanno condiviso con me questi anni difficili, superando infiniti problemi, in nome di un ideale palpitante di un’emozione purissima. Nel lontano 1989 mi sono vista notificare il vincolo sul giardino prospiciente il Fiumetto, in quanto le aree confinanti con il corso d’acqua erano diventate zona di rispetto del piccolo fiume, vincolato ai sensi della legge 1089 del 1939 per tutto il suo percorso. Nel 2000 mi è stata notificata la revoca del vincolo e nel novembre 2006 mi sono vista nuovamente notificare il vincolo che copre il ponte di Via Leonardo da Vinci e i giardini antistanti.
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Il vincolo è per sempre e quindi resterà intatto il ricordo di Carrà che dipingeva quel tratto del Fiumetto. Mi auguro che Forte dei Marmi diventi un museo en plein air, come direbbe un francese che ha visto il ponte di Langlois ad Arles e i paesaggi di Auvers- sur-l’Oise dipinti da van Gogh, e che questi 21 anni siano serviti per capire che alle volte La vita è sogno, come diceva Calderon de la Barca. Per sognare, la bellezza del paesaggio intorno a noi è indispensabile. Le fotografie del libro sono state scattate con pazienza e amore in molti anni, dal 1987 ad oggi, a testimonianza della continuità della bellezza di un paesaggio fluviale affascinante in tutte le stagioni: nella malinconia delle foto fatte da Fabbroni in autunno, nello splendore dell’estate delle immagini di Lenzoni. Il confronto tra i quadri e il paesaggio balza all’occhio senza bisogno di commenti. Questo piccolo fiume, pieno di nidi e di alberi immensi, quali il monumentale taxodium distichum, è un autentico miracolo della natura e spero che il trascorrere del tempo lo renda sempre più affascinante. Di recente è stata affidata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali all’Ente per le Ville Versiliesi la manutenzione del tratto di fiume sottoposto a tutela. L’impegno è quello della conservazione perché sia di esempio a quanti amano l’arte e la natura. Desidero che questa storia, che assomiglia a una favola a lieto fine, serva a coloro che tante volte mi hanno chiesto: come avete fatto? La risposta è semplice: abbiamo creato un’associazione, perché da soli non si può combattere e il successo si crea attraverso i sodalizi. Ci siamo posti una meta assoluta e semplice: la conservazione di un paesaggio culturale che rappresenta uno dei simboli della Versilia storica. Mi si consenta un pizzico di ironia: oggi il paesaggio intatto ha determinato un aumento di valori, culturali e reali, certo maggiori di quelli che avrebbe avuto un paesaggio distrutto. L’amore per la musica mi porta a pensare alle ultime parole che accompagnano le note della fuga composta da Verdi per il finale di Falstaff: “Tutto nel mondo è burla. L’uom è nato burlone, burlone, burlone”. Se questo era il pensiero di Verdi, che ben conosceva il valore dell’ironia, possiamo dire anche noi, che abbiamo vissuto 21 anni di lotta, che il confine tra il sorriso e la serietà è sottile e lieve, come è lieve l’acqua luminosa del Fiumetto che corre beato, tra le rive miracolosamente conservate, verso il mare della Versilia che al tramonto risplende di mille colori incantati, come risplendono i nostri sogni nelle notti d’estate.
Fernanda Giulini
Presidente Ente Ville della Versilia